Roma – Un ministro dell’Interno che ‘posta’ su Facebook l’intervista in cui un “prestanome della ‘ndrangheta” attacca il sindaco Mimmo Lucano. L’accusa nei confronti di Matteo Salvini arriva dal Pd e da Sinistra italiana. Il video in questione e’ la rielaborazione di un servizio girato nell’aprile 2016 dal direttore della testata on line ‘Calabriamagnifica.it’, Luigi Mussari.
“Il Ministro dell’Interno posta l’intervista di un prestanome della Ndrangheta a sostegno delle sue tesi. Vergogna. Se ha il senso del ruolo che ricopre la tolga e si scusi”, scrive il segretario Pd, Maurizio Martina, su Facebook.
“Il ministro degli Interni per screditare Mimmo Lucano si avvale della ‘testimonianza’ di un arrestato tal Zucco che secondo la Direzione distrettuale antimafia sarebbe il prestanome di un boss della ‘ndrangheta. Salvini sapeva?”, si chiede su Twitter Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera. “Salvini, senatore eletto in Calabria, ha rilanciato il video di Pietro Zucco, ex vicesindaco di Riace. Sappiamo finalmente chi ha ispirato la norma per la vendita all’asta dei beni confiscati inserita nel decreto sicurezza: lo stesso Pietro Zucco che piace cosi’ tanto al ministro (ed ai suoi collaboratori)”, fa ironia amara Laura Garavini, senatrice Pd, vicepresidente della Commissione Difesa. “Zucco e’ coinvolto in piu’ di un’inchiesta come prestanome di boss mafiosi. In particolare, la Procura di Reggio Calabria e la Guardia di Finanza lo accusano di aver consentito ad un boss di continuare a gestire la sua azienda confiscata tramite un banale meccanismo di affitto e scritture private e di essere stato il volto dietro cui si e’ nascosto il boss Cosimo Leuzzi, ora al 41 bis, per gestire alcune attivita’ di ristorazione. Un vero modello da seguire e far conoscere a tutti i fan del Ministro dell’Interno. Chissa’ cosa ne pensano dalle parti del Movimento 5 Stelle delle ‘fake news’ del loro compagno di governo”. “E’ grave, gravissimo che il ministro dell’Interno Salvini abbia condiviso il video di un prestanome della ndrangheta. Non servono altre parole”, commenta il senatore calabrese del Pd, Ernesto Magorno. “Pur di screditare Mimmo Lucano el’esperienza di Riace, il ministro dell’Interno (o chi per lui) non ha esitato un attimo nel rilanciare sui social un video di un prestanome della ‘ndrangheta. In un Paese normale il ministro dell’interno quando fa una cosa del genere, dopo 5 minuti toglie il disturbo”, chiede il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali. Il presidente del consiglio dei ministri Conte e il vicepremier del M5S Di Maio non hanno nulla da dire in proposito?”.
E’ lo stesso Mussari, in un lungo articolo pubblicato sul sito della testata, a scusarsi per l’intervista e a confermare le accuse sul protagonista del filmato, l’ex vice sindaco di Riace, Pietro Zucco. “Quando condivisi questo video, girato nell’aprile del 2016 e non recentemente come qualcuno ha perfino insinuato nonostante la data dell’articolo e del video fossero ben visibili, ebbe un tiepido riscontro e il video rimase in archivio tra i video sul canale Youtube di Calabriamagnifica.it”, ricostruisce Mussari. “Personalmente non mi sarei mai aspettato che, in seguito alla notizia dell’arresto di Mimmo Lucano, in poche ore il mio video potesse diventare virale. In men che non si dica, alcuni esponenti della destra italiana tra cui Alemanno e la Meloni, nonche’ il massimo esponente della Lega, Matteo Salvini, hanno personalmente condiviso sui loro profili social la mia intervista strumentalizzandola ed aggiungendo un loro personale commento. In meno di 36 ore, lo scatto dell’intervista condivisa da Salvini che riporto qui sotto, ha totalizzato oltre 300.000 visualizzazioni”. “Dopo la mia intervista, tutti sanno chi e’ Pietro Zucco, l’uomo che nella video si sfoga contro Mimmo Lucano, sindaco di Riace, accusandolo di essere un ‘padre padrone’, ai cui piedi tutti si devono prostrare, specie chi e’ in cerca di un lavoro. Ma per chi non lo sapesse, vi racconto un pochino chi e’ Pietro Zucco, perche’ mi sembra giusto darvi un contesto dopo aver fatto qualche ricerca su questo signore che al tempo non avevo minimamente l’idea di chi fosse”, spiega l’autore dell’intervista. “Zucco e’ personaggio molto conosciuto dai riacesi e dalle forze dell’ordine. E’ stato vicesindaco di Riace, ha gestito il ristorante la Scogliera, di proprieta’ di Cosimo Leuzzi, boss del posto, oggi al 41 bis. Ristorante che in seguito, verra’ confiscato dalla Dda e affidato al Comune di Riace. Zucco e’ stato il gestore della ‘Cava di stilo’ che la Dda ritiene riconducibile a Vincenzo Simonetti, soggetto affiliato alla cosca Ruga-Metastasio. Ma la particolarita’ principale del signor Zucco, come riferisce la Dda di Reggio Calabria, e’ quella di essere un prestanome della ‘Ndrangheta. Purtroppo quando ho realizzato il servizio non ho riconosciuto il soggetto e non avrei mai potuto immaginare che esistesse dell’astio tra lui e il sindaco di Riace, Mimmo Lucano”. Nel ‘post’ autografo – tutti i post di Salvini sono autografi, rivendica il suo ‘alter ego’ digitale Luca Morisi – sabato il ministro dell’Interno introduceva il video cosi’: “Oggi la sinistra (tra cui la Boldrini) ha manifestato solidarieta’ al sindaco di Riace, finito ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Quando hanno indagato me, l’Associazione Nazionale Magistrati ha difeso il pm dichiarando “basta interferenze”, ora diranno le stesse cose? Nel frattempo, se avete 2 minuti sentite cosa diceva questo cittadino di Riace parlando del sindaco”.