Gaeta(Latina) – Alle attività previste dall’intenso programma della celebrazione della prima edizione della Giornata della memoria per le vittime meridionali dell’unità d’Italia nei giorni 16, 17 e 18 febbraio , è accorso un grande pubblico da diverse zone del meridione. Mostre, incontri, dibattiti hanno visto la partecipazione di un popolo animato da un orgoglio ritrovato per quanto esposto mostrato e rappresentato dai relatori della contro-narrazione storica dei fatti realmente accaduti il 13 febbraio 1861, quando si compì un empio eccidio della popolazione e l’ultimo baluardo borbonico a Gaeta cadde sotto la ferocia savoiarda. Il Regno delle Due Sicilie fu invaso brutalmente e annesso per volontà del conte liberale Camillo Benso al Regno di Sardegna, passando da una monarchia, quella borbonica, a un’altra, quella sabauda. E fu un’atroce carneficina.
Nella tre giorni di manifestazione, tra le numerose sigle partecipanti l’iniziativa, quattro tra le più attive, coadiuvate dalla rivista e associazione Il Brigante di Gino Giammarino (www.ilbrigante.com), hanno espresso la volontà di unire le forze per proiettare nello scenario politico attuale le proprie rivendicazioni locali e nazionali: Movimento Duosiciliano rappresentato da Michele Ladisa, Unione Mediterranea da Annamaria Pisapia, Meridem da Alessandro Citarella, e Tavola Meridionale con Enrico Viciconte.
“È un momento davvero storico” – annuncia Michele Ladisa a capo del Movimento Duosiciliano (www.ondadelsud.it; www.facebook.com/Movimento Duosiciliano) – “..ci siamo dati appuntamento a Gaeta per prendere un impegno importante: cominciamo un percorso uniti per fare sì cultura, ma anche politica, per difendere gli interessi dei cittadini del Sud” – continua Alessandro Citarella dell’associazione Meridem(www.meridem.org). Fino a oggi, ai vari appuntamenti elettorali le varie sigle di cui è composta la compagine meridionalista si sono presentate da sole, perdendo in forza e autorevolezza, ma, secondo M. Ladisa: “visto il risveglio della coscienza civile, è arrivato il momento di unirsi per offrire una sponda politica unitaria a un popolo che abbia a cuore il Sud, la sua economia, il suo territorio”. Annamaria Pisapia di Unione Mediterranea (www.unionemediterranea.info) dichiara: “Si sente la necessità da parte dei movimenti meridionalisti di un soggetto politico forte perché c’è ormai una diffusa consapevolezza di quanto accade in Italia, di questa disparità di condizione tra Nord e Sud, per l’accesso e la distribuzione dei fondi pubblici, e per ogni altro provvedimento, si finisce sempre per penalizzare il meridione”.
Si tratta di un impegno che i quattro rappresentanti hanno preso solennemente proprio a Gaeta, nel corso del momento clou della manifestazione, in occasione del convegno Memoria Orgoglio Riscatto che si è tenuto presso l’hotel Serapo, in una sala gremita di pubblico proveniente da ogni parte del sud Italia. Il primo punto all’ordine del giorno di questo comitato è la riaggregazione del popolo. “Dobbiamo mettere insieme le diverse sensibilità rispetto agli argomenti da trattare e aprire un tavolo di confronto inclusivo, che abbia la finalità di costruire un’agenda programmatica comune da condividere con chiunque si riconosca nella difesa degli interessi meridionalistici” dice A. Citarella.
La “questione meridionale” che ha avuto origine proprio 157 anni fa da questa violenta e forzata invasione del Sud, invece d’essere in via di risoluzione, non soltanto è finita nel dimenticatoio, ma ad alcuni per effetto di una sedimentazione di nozioni ingannevoli è servita per promuovere istanze politiche scissioniste o di stampo federalistico. E intanto il divario tra nord e sud di questa Italia unita continua a mietere le proprie vittime in termini di agricoltura senza sostegni in gravose difficoltà, infrastrutture mancanti, fondi spettanti ingiustamente depredati -“abbiamo sensibilità differenti rispetto alle istanze da promuovere, come per esempio l’autonomia fiscale o la creazione di una macroregione, ma siamo uniti rispetto a una insopportabile sudditanza che viviamo, in quanto l’attenzione della politica è concentrata al centro-nord”, afferma E. Viciconte. “È da valutare con calma, dopo un’analisi più approfondita delle problematiche –
riprende G. Giammarino – “per esempio, in ordine al fatto se uscire dall’area Euro o no, avremmo preferito che ci avessero chiesto se entrare, prima che d’uscire!”
Si tiene a distanza Michele Lanza, segretario generale dell’Associazione neoborbonici, il quale precisa che il loro è un movimento politico e non partitico, pertanto il loro obiettivo è strettamente divulgativo e lo scopo delle loro azioni di lungo periodo è individuato nel “creare una nuova classe dirigente, consapevole e responsabile, per uscire da una sudditanza innanzitutto psicologica”.
Un nuovo cammino è partito da Gaeta, per un Sud plurale e solidale, autentico -“Chi lotta sul campo può perdere, chi non lotta ha già perso in partenza” (cit. D. Fusaro); l’impressione è che si stia risvegliando un popolo desideroso di recuperare il tempo perduto a inventarsi la vita, e di riconquistare una dignità identitaria capace di risollevarsi dalle ceneri e dal fango di cui è stata ricoperta in questi lunghi e faticosi 157 anni.
(di Daniela de Palo)