Roma – “Come Stato non possiamo accettare l’idea che la nascita rechi le tracce di un destino segnato, che nel dna sia impresso il comportamento criminale, che non possa darsi speranza per i figli dei criminali. Sono tanti i casi di figlie e figli che si sono allontanati dall’ascendenza mafiosa dei propri genitori: ciascuno di loro ha dovuto affrontare dilemmi profondi e laceranti, ma con il sostegno di figure adulte di riferimento – penso soprattutto a tante madri coraggiose, a tantissimi insegnanti testardi, a molti sacerdoti impegnati – sono riusciti a liberarsi dallo stigma familiare”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, nella Sala Koch del Senato, in occasione del convegno “Indottrinamento mafioso e responsabilita’ genitoriali: l’orientamento giurisprudenziale del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria”.
“Non posso dimenticare il caso di Carmela Iuculano che, dopo aver sostituito a tutti gli effetti il marito mafioso detenuto, fu dapprima arrestata e poi messa ai domiciliari perche’ madre di un bambino piccolo, e venne poi convinta dalle due figlie di dieci e tredici anni, che a scuola avevano seguito un percorso di legalita’, a collaborare con la giustizia anche a costo di accusare il loro padre. Quale altro esempio puo’ darci maggiore speranza nel cambiamento?”, ha aggiunto Grasso sottolineando di “credere fortemente in questa possibilita’ di cambiamento che nasce dalla consapevolezza, dalla cultura, dall’amore verso i propri figli”. “Recidere i legami familiari con un provvedimento giuridico e’ possibile, ma nessun sentimento si dissolve per decreto. Lavorare con determinazione, pazienza e impegno con queste ragazze e questi ragazzi e’ senza dubbio piu’ difficile, ma e’ l’unica strada che possa davvero liberare i figli dalle colpe dei padri”, ha concluso.